The Queen is Dead

9 Settembre 2022

Negli ultimi anni diversi film (The Queen) e serie televisive (Downton Abbey e The Crown), per non parlare dell’interminabile saga ripresa in diverse versioni su Diana (l’hanno ammazzata o no?), hanno presentato le biografie degli aristocratici inglesi come ci dovessero in qualche modo riguardare o attrarre nei propri modi. Avere al vertice dello stato non un politico ma un sovrano ereditario ha sedotto giornalisti come Indro Montanelli e tanti spettatori televisivi. Qualcosa che è al di sopra dei conflitti e garantisce continuità, di non precipitare nelle guerre civili e nei conflitti sociali.

Una capotribù, che poi ha gente di destra e di sinistra, ricchi e poveri, musulmani e cristiani e ebrei nel suo stato. Il sovrano era davvero sopra le parti? La regina è spesso apparsa personalmente simpatica, sia nei messaggi natalizi sempre pieni di buone intenzioni, che quando ha finto con Daniel Craig di partecipare a un’avventura di James Bond per l’apertura dei giochi olimpici. Aiuta il turismo, si sentiva spesso dire, non esercitava un vero potere.

Salvo che da sempre i vari primi ministri vanno settimanalmente a Buckingham Palace per riferire cosa accade e non c’è una costituzione scritta che ne regoli i rapporti. Quando Tony Benn pensò di togliere l’immagine della regina dai francobolli, venne convocato a palazzo reale e gli spiegarono che non era una buona idea. Alla fine tutti i britannici sono sudditi di sua maestà. 

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Chi era Elisabetta II e cosa pensava, non è molto importante. È stata sovrana molto a lungo, ha proiettato nel mondo un’immagine di stabilità del sistema e nel suo regno si sono avvicendate fasi diverse. Abbiamo avuto la Londra dei Beatles e dei Rolling Stones, di Ted Hughes e Philip Larkin e Sylvia Plath; la società ha espresso tante riforme lungimiranti spesso riprese da altri paesi europei, ma anche altre terribilmente reazionarie come negli anni del thatcherismo. 

Resta però comunque difficile pensare che Elisabetta sia stata davvero la regina di tutti. Passatempi della famiglia e dei loro ospiti sono, oggi come ieri, sparare a povere bestie che gironzolano nel bosco o allevate per il loro intrattenimento, la cura di cavalli e di altri sport che per essere praticati richiedono grandi tenute e abitudini medioevali. 

Nel leggere i programmi dei diversi governi che nell’epoca di Elisabetta si sono succeduti, la regina ha sempre mostrato una doverosa imparzialità. Se mai è tutto il cerimoniale a sancire le relazioni tra i pari di Inghilterra e i comuni, cioè tra le due camere. La porta ritualmente sbattuta in faccia al sovrano che poi deve bussare tre volte e via dicendo. 

 

Il "Guardian" ha subito pubblicato una carrellata di fotografie e mi chiedo chi possa identificarsi in uno stile di questo tipo. Si può stare a guardarlo, desiderare di essere invitati, come si fa con le persone celebri. I cantanti e gli attori famosi. Forse l’errore è stato proprio cercare di apparire una famiglia come le altre. Non ci fosse stata Brexit, questa distratta benevolenza avrebbe anche potuto funzionare, in fondo gli attori che impersonavano i reali nelle serie erano bravi e tante di queste narrazioni sono state popolari in tutto il mondo.

In realtà, anche in queste rievocazioni veniva sempre mostrato un aspetto inquietante della società inglese che si trascina dietro ineguaglianze sociali istituzionalizzate. Certo, ci sono ineguaglianze ovunque; e da un’Italia che si è liberata della propria famiglia reale con la fine del fascismo e dove oggi Giorgia Meloni è tanto popolare, non è possibile dare lezioni. Eppure, un sistema educativo come quello inglese non esiste più negli altri paesi europei. Nell’attuale governo di Liz Truss sono stati educati privatamente il 70% dei ministri, a fronte di un 93% di britannici che viene educato nelle scuole di stato.

Così come non è un caso isolato, ma un mal condursi abituale, che di fronte ai propri guai il figlio prediletto Andrew abbia invitato una giornalista della BBC a Buckingham Palace per far tacere i pettegolezzi. Buckingham Palace è casa sua? Doveva smentire l’accusa di pedofilia e della sua amicizia con Jeffrey Epstein

Invitare una giornalista a casa ha finito col mostrare al mondo una superbia che non è solo personale, ma di tutto un sistema (chi glielo ha permesso? E perché?). Quali check and balances (cioè gli equilibri tra le diverse istituzioni che controllano il funzionamento dello stato) ci si possono aspettare da un sistema il cui vertice si comporta in questo modo? E quindi Buckingham Palace è della famiglia reale o della Gran Bretagna? I magistrati che agiscono contro i criminali sono chiamati the crown, ma possono agire contro la famiglia reale? Per non dire del denaro versato da miliardari di mezzo mondo direttamente ai membri della famiglia per una ragione o per l’altra. 

Purtroppo Brexit c’è stata, e nonostante la regina si sia presentata in parlamento quell’anno con un cappello che sembrava alludere alla bandiera europea, il suo regno che ha visto l’adesione all’Europa, oggi ne sente pesantemente la separazione. Perché Brexit c’è stata e ha davvero aperto la scatola di Pandora. Ogni giorno salta fuori un altro guaio: l’eredità imperiale, i rapporti con Scozia e Irlanda, lo schiavismo (di cui si è avvantaggiato il 20% dell’attuale classe dirigente) o più semplicemente il privilegio. Difficile non vedere nella famiglia reale qualcosa che è molto vicino al cuore di un problema, e non solo il suo involucro.

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