Firmiamo la petizione contro lo smembramento dell’Istituto Warburg

3 Luglio 2014

Il proposito di Aby Warburg è stato quello di trasformare la storia dell’arte in disciplina umanistica tout court, ambito di ricerca capace di connettere (senza astrattezza!) indagini particolari e temi universali, connoisseurship e teoria critica.

 

Il fulcro degli interesi di Warburg era storico-culturale: lo studioso, membro di una facoltosa famiglia di banchieri amburghesi, si era proposto di ricostruire l’eredità dell’Antico nella cultura europea e di comprendere le origini psicologiche della fortuna dei modelli classici. Filologia e scienze dell’uomo, psicologia della percezione e filosofia potevano contribuire alla labirintica complessità dell’interpretazione, così pure come le sollecitazioni provenienti dall’arte contemporanea, che Warburg collezionava.

 

Istituto e biblioteca Warburg, oggi entrambi parte dell’università di Londra, furono trasferiti nella capitale britannica nel 1933. Warburg era morto da quattro anni e le sorti dell’istituto da lui fondato erano a rischio in Germania per l’avvento al potere del nazionalsocialismo. La biblioteca constava al tempo di circa 80 mila volumi.

 

Eccettuati rari esemplari fragili e preziosi, i circa 350 mila volumi oggi catalogati sono liberamente accessibili, ordinati tematicamente per categorie e non per “settori scientifico-disciplinari”: agli occhi di Warburg la storia della cultura poteva utilmente suddividersi in studi dedicati a “azione”, “orientamento”, “parola” e “immagine”. La collezione incarna dunque un progetto scientifico che dissolve i confini disciplinari. Etnografia, antropologia, storia delle religioni, antiquaria, storia, sociologia, teoria dell’arte: rappresentate da testi eminenti, le singole discipline coabitano ancora oggi l’una accanto all’altra su scaffali aperti. Mostrano l’ampiezza degli interessi di Warburg e dei suoi eredi e la vastità delle prospettive storiche e teoriche che caratterizzato da decenni l’Istituto.

 

Costituita con fondi privati - Warburg aveva rinunciato alla parte spettante della ricchezza familiare in cambio di un finanziamento illimitato all’acquisto di libri - la biblioteca è un organismo unico che l’università di Londra, accogliendola nel 1944 nelle sue collezioni librarie, si impegnò a preservare “per sempre” nello stato originario. Oggi però, per ridurre i costi del mantenimento, la stessa università ha dato incarico ai suoi rappresentanti legali di invalidare gli accordi siglati al momento dell’acquisizione. Tale iniziativa può preludere alla fine delle attività dell’Istituto e allo smembramento della sua biblioteca.

 

Negli ultimi anni la libertà della ricerca è stata posta sotto attacco ovunque in Occidente, sia in modo diretto che indiretto, con riferimento alle discipline umanistiche e non solo: campagne denigratorie contro insegnanti e ricercatori, procedure di misurazione quantitativa dei “prodotti”, inasprimento del controllo politico-burocratico. Per tutti coloro che vi hanno studiato in passato, accolti da cortesia e professionalità, e per coloro che potranno desiderare di studiarvi in futuro l’Istituto Warburg è un tempio laico consacrato alla scienza e all’esplorazione intellettuale, una testimonianza operosa e vivente del rifiuto di pianificazioni arbitrarie. La sua esistenza costituisce una tacita sfida ai nemici della curiosità: per questo dobbiamo impedire che la comunità di studio e ricerca che si raccoglie attorno ad esso e la sua unica collezione di libri finiscano irragionevolmente dispersi.

 

Qui il link alla petizione contro la dispersione della biblioteca

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